Revista da EMERJ - V. 21 - N. 1 - Janeiro/Abril - 2019
R. EMERJ, Rio de Janeiro, v. 21, n. 1, p. 32 - 41, Janeiro-Abril. 2019 32 Giustizia Riparativa La mediazione “della sofferenza e del disordine” Caterina Catalfamo Nata a Barcellona Pozzo di Gotto-Messina,Italia, nel 1972 Giurista, Mediatrice e Criminologa Introduzione Un modo per “trattare” le relazioni conflittuali che quotidianamen- te sorgono nei vari ambiti della vita sociale è la “ mediazione ”. Non si tratta di una tecnica, ma di una modalità di conduzione delle relazioni. Diversi sono i suoi ambiti di applicazione, come quello in campo civile, familiare, penale, e questo rischia di far diventare la mediazione un fenomeno alla moda, anziché, come invece si auspica, una cultura volta al sentire empatico dell’altro, all’accoglimento del disordine generato dal conflitto, rendendo, così, possibile il cambiamento. Regolata e disciplinata diversamente a seconda dei suoi diversi am- biti di applicazione, la mancanza di chiarezza sul concetto stesso di media- zione ha causato diffidenze e resistenze ingiustificate. Vero è che in ogni ambito (civile familiare penale..) le esigenze sono diverse, e così pure le finalità , senza poi parlare del fatto che alcuni ambiti sono disciplinati da legge e altri no, tuttavia in tutti questi settori può es- sere applicata la mediazione che, nella nostra società, come un “ vortice ” conduce verso la costruzione della “cultura della pace”. Questa è la mediazione umanistica 1 , metodo che non conosce set- torializzazioni, ma che può essere applicato in ogni conflitto. La mediazione in ambito civile , può rappresentare il cerchio più esterno di questo immaginario “vortice”; esso coinvolge le parti che 1 Jacqueline Morineau (Francia 1934) “ideatrice” e massimo esponente a livello internazionale della mediazione uma- nistica.
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